Introduzione
Per il terzo anno consecutivo il Premio “La Nuova Scelta Italiana” è stato lo strumento di Lucia Bonanni e Mauro Del Rio per ampliare la loro collezione dedicata ai fotografi italiani.
L’intero progetto culturale di BDC – Bonanni Del Rio Catalog – si sviluppa con coerenza non solo per dare forma alla propria collezione, ma anche per dare voce all’arte contemporanea, attraverso eventi aperti al pubblico. Nello splendido spazio della chiesa sconsacrata di Parma si intrecciano espressioni artistiche di linguaggi diversi e sensibili alla multimedialità e all’interdisciplinarietà.
In questo quadro così attento alla contemporaneità era diventato ineluttabile aggiornare altresì la preziosa collezione dei maestri della fotografia italiana (sezione “La Scelta Italiana”), solida base su cui proseguire lacostruzione della collezione con la ricerca di quegli artisti che stanno segnando le tappe dell’evoluzione della sintassi fotografica nel nostro paese.
Il premio
Per BDC è essenziale cercare, studiare, comprendere e selezionare gli eredi dei capiscuola del passato. Per questo hanno creato un Board di esperti con cui dialogare nella ricognizione del panorama artistico nazionale. Il Board è composto da figure attive nel mondo dell’arte e attente all’evoluzione del dinamico contesto fotografico:
● Giorgio De Mitri: direttore creativo, editore e curatore, fondatore di Sartoria Comunicazione
● Claudia Loeffelholz: direttrice della Scuola di alta formazione e del Dipartimento educativo di FMAV
● Emanuela Mirabelli: photo editor della rivista Marie Claire
● Enrica Viganò: curatore indipendente, giornalista, editore, private art dealer e fondatore di ADMIRA, Milano
Il generoso premio ideato da Lucia Bonanni e Mauro Del Rio è rivolto ai fotografi contemporanei, entrati con determinazione sulla scena del mercato dell’arte e forti di un ragguardevole curriculum di esposizioni e pubblicazioni.
Il premio gratifica ognuno dei vincitori con diversi riconoscimenti:
1. premio acquisto del valore di 15.000 Euro
2. stand dedicato ai due vincitori del premio nell’edizione 2024 di MIA Photo Fair
3. conferenza di presentazione del premio nel programma culturale di MIA 2024
4. mostra personale nello spazio espositivo Colonne28 a Parma
5. pubblicazione del catalogo della mostra
Si conferma la collaborazione con la fiera MIA PHOTO FAIR di Milano, la più importante e longeva manifestazione in Italia rivolta al collezionismo fotografico. E come da tradizione è stata scelta la conferenza stampa di MIA, per dare l’annuncio dei vincitori 2024. La partnership con MIA è una scelta voluta da BDC che da sempre cerca compagni di viaggio d’eccellenza per i propri progetti. MIA 2024 accoglierà un grande stand dedicato ai vincitori del premio BDC, con alcune opere come anteprima dell’ampia esposizione personale prevista a Parma.
I vincitori 2024 – le motivazioni
Paolo Pellegrin
Paolo Pellegrin rappresenta la fotografia di reportage che affonda le sue radici nei maestri del passato (uno su tutti Eugene Smith) eppure riesce a conferire alle sue immagini una contemporaneità urgente. Dalla tradizione del fotogiornalismo mutua il senso della fotografia come testimonianza e l’impegno di immergersi totalmente in una realtà per raccontarla. Dal dibattito contemporaneo e colto sulla fotografia coglie l’evoluzione del linguaggio con le contraddizioni e i cambiamenti dell’oggi. I suoi temi, spesso storie di tragedie e conflitti, compongono “il racconto dell’uomo” che per Pellegrin è il senso del suo lavoro. La sua fotografia vuole narrare l’esistente, una narrazione partecipata, intensa e consapevole: “Faccio fotografie perché è necessario che ci lasciamo dietro alcuni documenti impugnabili”.
Silvio Wolf
Silvio Wolf analizza da sempre il senso della fotografia e della visione, scardinando i luoghi comuni e indagando tutte le implicazioni del mezzo. Attraverso lo studio dei limiti della rappresentazione fotografica, ha inventato nuovi percorsi esperienziali per nutrire il suo pensiero e rappresentarlo nelle sue opere. La sua fotografia concettuale è profondamente consapevole di un mondo fenomenico che agisce dall’esterno e s’interseca con la percezione soggettiva che lo interpreta. Oggetto della sua indagine è innanzitutto una riflessione sulla vera natura del linguaggio fotografico e su come la luce può scrivere, trasformare o nascondere la realtà. L’impianto filosofico di tutto il suo lavoro svela l’ambiguità del processo visivo, condizionato inesorabilmente dalla lettura introspettiva del nostro sguardo.